Neuropsicologia
La neuropsicologia è la scienza che si occupa della relazione tra processi cognitivi e substrati neurali che li sottendono. Il nostro cervello è un organo complesso organizzato per aree e circuiti in cui la comunicazione neurale determina l’emergenza dei processi cognitivi. Ogni singola attività mentale è determinata da differenti aree cerebrali coinvolte collegate tra loro. Le lesioni cerebrali che occorrono a seguito di eventi patologici determinano una alterazione dei processi cognitivi, ovvero la riduzione dell’efficienza o la perdita della funzione. Tuttavia, le moderne neuroscienze hanno evidenziato come il nostro cervello sia un organo in grado di riorganizzarsi rimodulando la funzione cognitiva sottesa da determinate aree ovvero vicariandone la funzione (vicariamento) o di rigenerare i collegamenti tra neuroni. Questa capacità di modificare la propria struttura interna è quel che si definisce plasticità cerebrale.
La neuropsicologia clinica si occupa pertanto di valutare il grado di alterazione/riduzione dell’efficienza cognitiva e di definire in quali ambiti essa avvenga in relazione alla sede ed alla qualità della lesione cerebrale. Nel caso di patologie congenite, la neuropsicologia si occupa di rilevare e “misurare” i processi cognitivi descrivendo in termini evolutivi le traiettorie di sviluppo dei bambini valutando in tal modo eventuali discostamenti dalle traiettorie di sviluppo tipico.
In ambito riabilitativo la neuropsicologia si occupa si definire percorsi riabilitativi volti a potenziare abilità cognitive attraverso la definizione di attività specifiche che favoriscano l’emergenza di sfruttando proprio questi meccanismi di plasticità cerebrale ormai noti.
Per addentrarci nelle specifiche problematiche di cui si occupa la neuropsicologia si può definire che la neuropsicologia clinica nell’adulto ha l’obiettivo di valutare gli esiti dei processi cognitivi di malattie quali malattie cerebrovascolari del sistema nervoso centrale, traumi cranio-encefalici, malattie neurodegenerative (deterioramento cognitivo) ed altre patologie che colpiscono il sistema nervoso centrale.
Nell’età evolutiva il focus dell’attività della neuropsicologia sono le patologie del neurosviluppo con l’obiettivo di descrivere il profilo profilo neuropsicologico. La valutazione cognitiva è volta ad indagare abilità di ragionamento verbale e non verbale, di controllo attentivo e delle funzioni esecutive, della abilità mnesiche, delle abilità di elaborazione visuo-spaziale e di elaborazione percettiva, delle abilità prassiche e di linguistiche. La valutazione del linguaggio, viene svolta abitualmente da professionisti logopedisti che hanno una formazione specifica per tutto ciò che pertiene l’organizzazione delle strutture del linguaggio sia a livello cognitivo sia a livello di programmazione motoria.
Le principali aree di intervento nell’età evolutiva sono:
- Disturbi specifici dell’apprendimento: dislessia, distortografia, discalculia e disgrafia. Questi disturbi riguardano la difficoltà nell’apprendimento della lettura, della scrittura, delle abilità aritmetiche e di produzione grafomotoria. La valutazione clinica ha l’obiettivo di definire la le caratteristiche delle difficoltà scolastiche evidenziate da alunni della scuola primaria e secondaria al fine di individuare difficoltà specifiche nell’apprendimento di lettura scrittura e calcolo non riferibili a problematiche di altra natura. I disturbi dell’apprendimento si definiscono specifici in quanto non secondari a problematiche di altro genere quali problematiche cognitive, neurologiche, affettivo relazionali o pedagogiche.
- Disturbi dell’attenzione e iperattività
- Disturbi dell’elaborazione visuo-spaziale
- Potenziamento delle abilità cognitive in bambini ritardo mentale.